Il trifoglio (Trifolium L.) è un genere di pianta erbacea che può essere annuale, biennale e in qualche caso perenne. La famiglia di appartenenza è quella delle Fabacee (leguminose). Questa famiglia comprende quasi 250 specie ed è diffusa nelle zone montuose tropicali e nelle regioni temperate al nord dell’equatore. Il suo nome è dovuto alla forma della foglia suddivisa in tre o più foglioline. I
l ritrovamento di un trifoglio a quattro foglioline (quadrifoglio), data la rarità dell’evento (circa 1 su 10.000), è associato nelle culture popolari alla buona sorte. Oltre che come pianta ornamentale è molto impiegata anche in agricoltura. Come altre leguminose, infatti, ospita tra le radici particolari batteri capaci di fissare l’azoto dell’atmosfera. Pertanto viene impiegata, fin dal tempo degli antichi romani, nel sistema di rotazione delle culture per da migliorare la fertilità della terra. Alcune specie particolarmente ricche di proteine invece vengono coltivate allo scopo di foraggiare il bestiame.
È una pianta a crescita decisamente rapida, una volta piantata impiega solo 48 ore per germogliare.
Predilige terreni argillosi adattandosi comunque a quasi ogni tipo di terreno, purché non sia impregnato d’acqua. Generalmente non resiste molto bene al freddo. È piuttosto utilizzata anche nella fitoterapia. Le sue proprietà curative sono note sin dall’antichità quando veniva usata per guarire le ferite lasciate dai morsi di serpenti velenosi. In effetti dal Trifolium si estraggono dei fitormoni (ormoni vegetali), in particolare estrogeni, utili a rallentare l’invecchiamento della cute. È inoltre impiegato per calmare i disturbi caratteristici delle donne in menopausa come vampate, depressione, malattie cardiovascolari, osteoporosi.
Trifoglio Ladino
Il Trifoglio Ladino (Trifolium repens) è anche detto “Trifoglio bianco” (per il colore dei fiori) o “Trifoglio rampicante”. È una pianta erbacea nativa del continente europeo, del nord Africa e dell’Asia occidentale. Ha un ciclo di vita solitamente perenne anche se in condizioni di forte umidità può essere bi-triennale. I rizomi sono ramificati, gli steli sono striscianti e di colore violaceo e raramente supera i 30 cm di altezza.
Grazie ai fusti striscianti la pianta si moltiplica per via vegetativa ed ecco il perché del suo comportamento da pianta perenne. In Italia la possiamo trovare su grandi prati, lungo i sentieri di montagna e ai margini del bosco. Predilige i terreni argillosi anche se prolifica su terreni dall’acidità assai diversa. Grazie alle proprietà azoto-fissanti e alla capacita di tenere a bada le erbacce è considerato un componente benefico e fondamentale per la cura del prato. Oltre che come foraggio per gli animali è talvolta destinato anche al consumo umano. Diverse sono le ricette che prevedono il Trifoglio ladino tra gli ingredienti. Sono note inoltre le sue proprietà detergenti, oftalmiche, antireumatiche e depurative.
Trifoglio pratense
Il Trifoglio pratese (Trifolium pratense) è comunemente detto “Trifoglio dei prati”, “Trifoglio rosso” o “Trifoglio violetto”. È una pianta erbacea perenne, anche se in Italia raramente il suo ciclo di vita supera i due anni. È geograficamente diffusissima e la si può trovare nelle Americhe, in Europa e in Asia. Molto resistente al freddo riesce a sopravvivere anche a quote considerevoli. La troviamo infatti fino ai 2600 m di altezza sul livello del mare. Il sistema radicale è costituito da un fittone ramificato piuttosto piccolo e superficiale.
La sua altezza massima è intorno ai 30 cm anche se gli steli possono raggiungere gli 80 cm. Le foglioline ovali hanno la caratteristica V di colore verde chiaro sul margine superiore. Le infiorescenze sono formate da un centinaio di piccoli fiori tubolari di un colore rosa piuttosto intenso tendente al viola. Preferisce i terreni argillosi anche se prospera tranquillamente in terreni con un Ph compreso tra il 5 ed il 7,5. Come altre leguminose viene impiegata nel ciclo di rotazione delle culture e come foraggio per il bestiame. Nella medicina popolare gli infusi estratti da questa pianta venivano usati per curale l’ipercloridria.
Trifoglio Arvense
Il Trifoglio arvense (Trifolium arvense), anche noto come “Trifoglio dei campi” o “Trifoglio dei conigli”, è una pianta erbacea annuale. Il nome “arvense” deriva dal latino “trovato nei campi” e testimonia la tendenza a nascere spontaneo in modo infestante in terreni incolti e aridi. Il nome “Trifoglio dei conigli” invece è dovuto al fatto che in passato veniva usato per foraggiare i conigli, gli unici animali in grado di cibarsene.
Ha un’altezza che varia dai 10 ai 60 cm con fusti eretti, semplici o ramosi. Le piccole foglie sono disposte a gruppi di tre, di colore verde-grigio e lunghi peli biancastri. I fiori sono piccolissimi di colore prima bianco e poi tendente al rosa. È piuttosto diffuso e lo possiamo trovare nelle Americhe, in Europa e in Russia. In Italia è diffuso su tutto il territorio nazionale con un ciclo di vita massimo di 2 anni. È relativamente poco utilizzato, almeno rispetto ad altri della stessa famiglia, nonostante siano note le sue proprietà diuretiche e quelle anti-diarroiche.
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